Questo è il lavandino di un ufficio. Come potete notare, con una luce UV si possono osservare tracce che, a occhio nudo, altrimenti sarebbero invisibili. Molto probabilmente si tratta di residui calcarei o prodotti di pulizia contenenti fosforo. Io non sono uno scienziato e non mi arrogo il diritto di poter dire con esattezza di che tracce parliamo. Però, una cosa è innegabile: molto del mondo reale e che esiste, noi non lo vediamo o non lo percepiamo. È un po’ l’other side” , che in Stranger Things, ci hanno insegnato ad osservare.

L’invisibile agli occhi

Io con Marco, con cui porto avanti il progetto Pandemic Stains, insieme vogliamo evidenziare che ci sono moltissimi luoghi che SONO ANCHE come non li vediamo. Per me è davvero affascinante avere uno strumento come una luce multi-spettro, in grado di mostrarci l’invisibile agli occhi. Credo che l’arte serva anche a questo. A rendere percepibile quello che esiste, quello che è reale, andando oltre quello che i nostri limitati sensi identificano. È un po’ come la caverna di Platone: a volte noi vediamo solo le ombre delle cose proiettate su una parete, ma la vera ”essenza” non riusciamo ad afferrarla. Avete in mente altri progetti d’arte che mostrano l’invisibile? Credo ce ne siano a centinaia. Soprattutto nell’arte concettuale contemporanea, quando la filosofia viene trasformata in immagini o installazioni.