Parole d'amore

“a pari livello preferiamo assumere un uomo”.
È una frase che molte mie amiche si sono sentite dire in fase di colloquio. Direi che è parecchio avvilente sapere che il fatto di essere donna possa essere una discriminante e che il reale problema sia l’eventualità di una maternità. Credo che la questione, già ampiamente affrontata sui banchi di Governo negli ultimi anni, debba essere risolta non solo con il contributo economico sempre maggiore in aiuto alle aziende, ma anche con un cambiamento culturale. Ci sono molti esempi virtuosi di aziende che assumono senza problemi donne che dichiarano di voler diventare madri a breve, ma non dobbiamo basare il cambiamento di paradigma, affidandoci esclusivamente ad aziende e management illuminati.
Un futuro dove ci siano gli stessi diritti
La nascita di una futura vita non deve essere solo sulle spalle della donna. Siamo ormai una specie vivente che si è evoluta dal solo lato biologico, mentre dovremmo individuare soluzioni, che rendano diritti e doveri di uomini e donne uguali. Prima dell’avvento degli anticoncezionali le donne tradivano meno il proprio compagno, non per motivi morali o etici, ma semplicemente perché era più rischioso. Un tradimento poteva generare una gravidanza non voluta. Per un uomo, ça va sans dire, il problema non era reale, essendo la gestazione a carico solo della donna.
Così come gli anticoncezionali hanno facilitato una libertà sessuale identica per l’uomo e per la donna, allo stesso modo dovremmo garantire alle donne, parità di trattamento in diverse occasioni, come essere valutate durante i colloqui di lavoro per i talenti e le capacità che hanno senza la spada di Damocle del “ma lei vuole diventare madre a breve?”.